Malattie urologiche
Il tumore del rene
Introduzione
Il tumore del rene è una neoplasia relativamente infrequente in quanto costituisce circa il 3-6% di tutti i tumori maligni nell’uomo. La sua frequenza è stabile, con circa 155 nuovi casi all’anno per ogni milione di abitanti. Per i maschi il rischio di ammalarsi di tumore del rene è doppio rispetto alla donna e la fascia di età più comunemente colpita è compresa tra la quinta e la settima decade di vita. La forma più frequente di tumore del rene è il carcinoma a cellule chiare, che costituisce circa l’85% di tutte le neoplasie del rene. Esso cresce a partire dalla componente “funzionale” del rene, il cosiddetto parenchima. Esistono inoltre altri tipi di tumori, tra cui l’oncocitoma e l’angiomiolipoma che non sono considerati maligni benchè suscettibili di trattamento chirurgico.
Le Cause
Non si conosce la causa del tumore del rene. Esistono però numerosi fattori di rischio cui esso è correlato che possono essere legati all’ambiente in cui l’individuo vive, tra cui il fumo di sigaretta, l’abuso di analgesici contenenti Fenacetina, l’esposizione ad alcuni metalli pesanti tra cui il piombo ed il cadmio oppure l’esposizione all’amianto. Altri fattori di rischio sono invece di carattere ereditario, tra cui alcune malattie come la sclerosi tuberosa, il rene policistico e la malattia di Von Hippel Lindau, associate ad alcune mutazioni geniche e quindi ad un aumento di rischio per il tumore del rene, in particolare la malattia di Von Hippel Lindau, molto rara, e caratterizzata da tumori multipli a carico del rene, del sistema nervoso e degli occhi. Altri fattori di rischio comprendono l’obesità, la familiarità per tumore del rene e la dialisi a lungo termine.
I Sintomi
La sintomatologia del tumore del rene è alquanto aspecifica e il classico quadro clinico dolore, ematuria e massa palpabile è estremamente raro, anche grazie alla notevole diffusione dell’ecografia che, eseguita per altri disturbi, permette in molti casi una diagnosi incidentale. Il sintomo più frequente rimane il sangue nelle urine (ematuria); altri sintomi, non specifici, sono affaticabilità, perdita di peso, febbre apparentemente non legata a fatti infettivi od infiammatori in atto, lombalgia persistente, edema degli arti inferiori, improvvisa insorgenza di ipertensione.Una diagnosi precoce permette attualmente di curare più dell’80% dei pazienti.
La Diagnosi
Nella diagnosi dei tumori del rene sono quindi importanti: l’esame del sangue e delle urine, l’ ecografia addominale(attualmente più del 90% dei tumori di diametro inferiore ai 3 cm è diagnosticato accidentalmente con questa tecnica), laTAC addominale o la RMN, utili soprattutto per valutare l’estensione locale e l’eventuale presenza di trombosi neoplastica endovascolare.
La Terapia
L’asportazione chirurgica è la terapia di elezione, soprattutto quando effettuata per tumori di basso stadio e quindi potenzialmente curabili. La sopravvivenza di un paziente operato con successo di un tumore colto agli esordi è sovrapponibile a quella di chi non si è mai ammalato: il rischio di recidive della malattia, è basso e con ogni probabilità il paziente potrà mantenere le sue abitudini di vita. La scelta del tipo di intervento dipende essenzialmente dal volume del tumore, dalla localizzazione all’interno del rene e dalle condizioni del paziente. Esistono attualmente diverse alternative chirurgiche. La nefrectomia radicale comprende l’asportazione del rene, della ghiandola surrenalica, del grasso perirenale e dei linfonodi loco-regionali. E’ oggi indicata anche in caso di tumore avanzato, in cui sono stati invasi organi adiacenti o con trombi neoplastici nella vena cava inferiore .In questi casi infatti, né la chemioterapia né la radioterapia si sono rivelate efficaci contro la malattia. Le terapie conservative, riguardano dei trattamenti il più possibile rispettosi della funzionalità del rene e della qualità di vita del paziente: si tratta, cioè, di conservare il rene colpito dal tumore, eliminando la parte cancerosa insieme a una minima parte del tessuto sano circostante, senza ricorrere all’asportazione totale dell’organo. Tra queste sono da menzionare l’enucleo-resezione , che consiste nella sola asportazione chirurgica del nodulo tumorale (entro un diametro di 5 cm) con un orlo di tessuto sano circostante, la nefrectomia parziale (rimozione solo del tumore e di parte di tessuto renale sano circostante), le tecniche laparoscopiche, con le quali è possibile eseguire l’intervento evitando un taglio chirurgico tradizionale, ma solo con delle piccole incisioni corrispondenti alle porte di accesso degli strumenti chirurgici. Tra le terapie mini-invasive, impiegate nei tumori di diametro piu’ piccolo sono da menzionare la ablazione con crio-chirurgia e la termoablazione con radiofrequenze. La radioterapia ha un ruolo marginale dato che il tumore del rene non è radiosensibile. Un ruolo sembra assumere negli ultimi anni, nei casi di tumore avanzato, l’immunoterapia (interferone, interleuchine) con la quale si vanno a stimolare le difese immunitarie dell’organismo contro il tumore con un meccanismo simile ad un vaccino.
Controlli dopo terapia
Una volta eseguita la rimozione chirurgica del tumore, il paziente deve sottoporsi a controlli periodici per evidenziare precocemente un’eventuale ripresa del tumore, a livello locale o in altre regioni dell’organismo. In genere viene suggerita una radiografia del torace, TAC addome completo e una visita medica ogni 6 mesi. Più intensi sono i controlli per i pazienti a maggior rischio di recidiva come, per esempio, coloro che hanno subito un intervento per neoplasie in stadio più avanzato o di tipo più aggressivo.
© 2024, Prof. Emilio Sacco.
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